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Approfondimenti

05/08/2025

La maturità nella raccolta, gestione e valorizzazione dei dati nelle strutture sanitarie

Un'analisi dello stato dell'arte nelle aziende sanitarie italiane

La digitalizzazione dei processi sanitari ha portato all'accumulo di grandi volumi di dati che potrebbero trasformare radicalmente la gestione della salute pubblica. Tuttavia, la loro raccolta e gestione non sempre si traducono in un effettivo valore per le strutture sanitarie. L’analisi condotta dall'Osservatorio Sanità Digitale evidenzia il livello di maturità delle organizzazioni sanitarie nella gestione dei dati, sottolineando le principali criticità e le opportunità di sviluppo. Il processo di valorizzazione delle informazioni gioca un ruolo centrale nel migliorare l’efficienza operativa, supportare il processo decisionale e, in ultima istanza, migliorare l’assistenza ai pazienti. 

Livello di maturità nella raccolta e valorizzazione dei dati  
Secondo i dati raccolti nella ricerca annuale dell’Osservatorio Sanità Digitale, i dati amministrativi risultano quelli maggiormente raccolti e valorizzati, con il 54% delle aziende sanitarie che li analizza tramite strumenti di Descriptive Analytics e solo il 5% che sfrutta tecnologie di Advanced Analytics. Questo significa che la maggior parte delle analisi condotte nelle aziende sanitarie è di tipo retrospettivo, con un focus sulla descrizione degli eventi passati piuttosto che sulla previsione o sull’ottimizzazione delle risorse. Seguono i dati gestionali e organizzativi (46%) e i dati clinici (34%), che rappresentano una risorsa ancora poco valorizzata, sebbene abbiano un impatto diretto sulla qualità delle cure. Un dato rilevante riguarda le informazioni strutturate estratte dalle immagini, di cui il 43% rimane inutilizzato, nonostante il loro potenziale nel supporto decisionale clinico, ad esempio attraverso strumenti di intelligenza artificiale per il riconoscimento di pattern o anomalie. 
 
Le criticità nell’infrastruttura informatica  
Una delle principali barriere all’utilizzo efficace dei dati è rappresentata dalla carenza di infrastrutture adeguate. Dalla ricerca annuale dell’Osservatorio Sanità Digitale emerge che il 75% delle strutture non dispone di sistemi per la raccolta omogenea di dati demografici e ambientali, il 69% non integra dati raccolti da App o dispositivi, il 65% non sfrutta quelli provenienti da web e social, e il 60% non ha ancora strumenti per la gestione dei dati omici. Questa situazione evidenzia la necessità di sviluppare sistemi capaci di raccogliere e integrare dati eterogenei, sfruttando standard sintattici e semantici, attraverso soluzioni come Data Warehouse, data lake o data mesh. Questi strumenti possono garantire una gestione più efficace delle informazioni e facilitare l’interoperabilità tra sistemi sanitari differenti. 
 
L’adozione della Cartella Clinica Elettronica  
Tra le soluzioni più diffuse per la gestione dei dati clinici, la Cartella Clinica Elettronica (CCE) è presente in oltre la metà delle strutture sanitarie, sebbene solo nel 42% dei casi sia attiva in tutti i reparti. Il 25% delle aziende prevede di introdurla a breve, a conferma della crescente consapevolezza della sua utilità. Oltre il 50% dei medici specialisti ha utilizzato la CCE nell’ultimo anno, prevalentemente per il proprio ambito specialistico (68%), mentre per gli infermieri il tasso di utilizzo è del 38%. I dati della ricerca dell’Osservatorio Sanità Digitale evidenziano, tuttavia, che la CCE viene ancora utilizzata principalmente per la gestione della documentazione clinica piuttosto che come strumento avanzato per il supporto alle decisioni. 
 
Le funzionalità più utilizzate e il supporto alle decisioni cliniche  
Le funzionalità più sfruttate della CCE riguardano la gestione dell’inquadramento clinico del paziente e la visualizzazione delle informazioni di riepilogo. Tuttavia, la sua adozione come strumento avanzato di supporto alle decisioni è ancora limitata (30%), con quasi la metà delle strutture sanitarie che non dispone di questa funzionalità. L’introduzione di strumenti di intelligenza artificiale e machine learning potrebbe colmare questa lacuna, permettendo l’analisi predittiva dei dati clinici e il supporto alla diagnosi. 
 
Benefici e prospettive future  
I professionisti sanitari riconoscono numerosi vantaggi nell’uso della CCE, tra cui la riduzione del tempo necessario per reperire informazioni e la maggiore leggibilità dei documenti digitali rispetto a quelli cartacei. L’adozione della CCE contribuisce anche alla riduzione degli errori clinici e alla limitazione della duplicazione di esami, migliorando così la qualità dell’assistenza. Tuttavia, per massimizzarne l’impatto, è fondamentale investire in programmi di formazione specifici, volti a superare le eventuali resistenze iniziali e a favorire un utilizzo più consapevole e avanzato delle sue funzionalità. 
 
Conclusioni  
L’analisi evidenzia che, nonostante i progressi nella digitalizzazione dei dati sanitari, permangono criticità legate alla raccolta, gestione e valorizzazione delle informazioni. La crescita della maturità digitale delle strutture sanitarie dipenderà dalla capacità di integrare i dati provenienti da fonti eterogenee e di sfruttare tecnologie avanzate per l’analisi e il supporto decisionale. L’evoluzione verso un uso più strategico dei dati rappresenta un passaggio cruciale per migliorare l’efficienza dei servizi sanitari e la qualità delle cure offerte ai pazienti. Le strutture sanitarie che sapranno adottare un approccio proattivo alla gestione dei dati potranno beneficiare di un significativo vantaggio competitivo, migliorando la propria capacità di rispondere alle sfide emergenti del settore sanitario. 
 
 

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